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Mai più cie a bologna

By 9 Gennaio 2017 Febbraio 1st, 2024 No Comments
MAI PIU’ CIE A BOLOGNA, IL CONSIGLIO COMUNALE TEMPOREGGIA: VERGOGNA.
Oggi abbiamo presentato come Coalizione Civica Bologna un ordine del giorno per impegnare l’Amministrazione ad opporsi in ogni sede alla riapertura nel territorio comunale di un Centro di Identificazione e Espulsione ipotizzata dal Ministero dell’Interno.
Poco più di due anni fa Bologna riuscì a chiudere la struttura di via Mattei, riconvertita poi in HUB regionale (http://bit.ly/2jl1piP). Bologna voltò pagina dopo tanti, troppi, dolorosi anni di “funzionamento” prima del CPT poi del CIE. A quel risultato contribuì la città tutta: le associazioni, i movimenti, gli avvocati e il personale sanitario impegnati nella difesa dei diritti, le organizzazioni sindacali e politiche, le istituzioni. Bologna si liberò della malagestione, degli abusi, degli sprechi, dell’opacità di una struttura inutile e dannosa. Si liberò della sofferenza nascosta dietro le alte sbarre del muro di cinta di via Mattei, si liberò di un modello fallimentare di gestione securitaria del fenomeno migratorio.
Bologna non deve tornare indietro.
Il Partito Democratico – senza eccezioni – ha scelto di respingere l’ordine del giorno (che trovate qui sotto) per discuterlo chissà quando in commissione poiché si dicono in attesa di scoprire quale sia il piano Minniti e di che natura sia la proclamata “diversità” delle strutture proposte dal Ministro rispetto ai CIE che purtroppo conosciamo.
Crediamo che questa sia un’inutile scusa, buona per rimandare di qualche tempo il confronto tra visioni diverse all’interno del Partito Democratico stesso, così chiaramente emerse nei primi giorni di questo 2017. Una scusa di cui ci si dovrebbe un po’ vergognare quando in gioco ci sono diritti umani e libertà, soprattutto da parte di chi già si è espresso fuori e dentro le istituzioni per l’innammissibilità di queste strutture che il rapporto della Commissione Straordinaria per la Tutela e la Promozione dei Diritti Umani del Senato che definisce “inadeguate, afflittive e sotto gli standard di dignità”.
Una scusa di cui oggi prendiamo amaramente atto, le prese di posizione via facebook non hanno trovato evidentemente la naturale concretizzazione di un voto in Consiglio.
Agli indecisi, ai timorosi, agli attendisti, a chi fa insostenibili distinguo vogliamo dire che nonostante tutto, nonostante voi, siamo sicuri: Bologna non vuole tornare indietro, Bologna non vuole un CIE e lo dimostrerà con l’opposizione sociale a questo sciagurato progetto.